>> L’esperienza
interreligiosa di Alberto e Marialuisa Milani
volontari A. Vo .C (Comunità di base di Bologna) <<
(5^ puntata)
Sono ormai
dieci anni che abbiamo scelto di dedicare una parte significativa del
nostro tempo, alle persone ristrette in carcere, in qualità di
volontari dell’Associazione A.Vo.C. di Bologna, ma sempre, quando
siamo interpellati, sulle attività che promuoviamo, dobbiamo
affrontare la difficoltà di selezionare le cose da dire, tra le
molteplici emozioni che abitano la nostra mente e il nostro cuore.
Ogni
incontro in carcere è sempre segnato dalla sofferenza di verificare
lo stato di disumanità nel quale vivono le persone, a causa del
sovraffollamento, della mancanza di operatori, del nulla e del
disimpegno in cui i detenuti sono costretti a vivere.
Con tutti i
volontari poi condividiamo il disagio di poter incontrare un numero
talmente esiguo di persone, rispetto alla totalità delle presenze,
che pur non impedendoci di continuare il nostro impegno, ci obbliga
a rendere nota questa realtà.
A Bologna ci
sono attualmente 1184 persone appartenenti a paesi, etnie, religioni
diverse e anche questo ci ha profondamente interrogati. Nella nostra
Associazione, attiva in carcere da oltre 30 anni, le prime attività,
che sono state proposte sono stati
“I gruppi
della lettura del Vangelo” che ancora continuano i loro incontri,
aprendo la partecipazione a tutti (i gruppi sono frequentati
regolarmente anche da persone di altra fede)
Noi, pur
avendo sempre scelto, nell’arco della nostra vita, “la fiaccola
della parola del Signore per illuminare i nostri passi” abbiamo
deciso di andare in carcere laicamente sollecitati da “ ..ho
gridato e Allah, che ha sentito le mie grida, vi ha mandato…”
come ci ha scritto Mazuz, e abbiamo dato vita ad un programma di
Cineforum, che svolgiamo, con un gruppo di uomini e separatamente.
con un gruppo di donne.
Fin dai
primi incontri ci siamo resi conto, che ai nostri cine-forum, c’era
sempre un’ alta presenza di islamici (su 1184 detenuti, 600 sono di
fede islamica) quindi abbiamo sentito l’esigenza di tenerne conto,
anche nella programmazione dei film e nelle diverse ricorrenze
dell’anno (Ramadam, Natale ecc )
Abbiamo così
dedicato gli appuntamenti, prossimi alla fine del Ramadam, ad una
ricognizione dei pilastri della fede Islamica, e parimenti alla
centralità dell’annuncio del Vangelo in occasione del Natale, con
successive proiezioni di film che toccavano le tematiche (“Ibraim e
i fiori del Corano”, “Viaggio a Kandahar”,” I cento chiodi”
ecc).
Sono state
e sono esperienze veramente toccanti, capaci di far sentire ad ogni
soggetto la gioia di appartenere, con pari dignità, alla propria
fede e soprattutto volte al riconoscimento che, tutti apparteniamo
alla grande famiglia umana, che rivolge la propria invocazione
all’unico Dio. Esperienze concrete, volte a suscitare l’impegno
di ciascuno, nei confronti del fratello in difficoltà, nel “qui ed
ora” durissimo, del carcere, dove ha un senso cercare Dio, nello
sguardo del fratello, nella sofferenza di chi sta condividendo
quotidianità di solitudine, di abbondano, di estremo disagio.
E il nostro
piccolo impegno ha “contaminato” positivamente molti, promuovendo
sensibilità prima decisamente assenti tra i così detti “buoni”.
Quest’anno
l’ A.Vo.C. ha donato a tutti coloro che avevano partecipato al
Ramadam, un sacchetto di dolci,unito agli auguri, per esprimere
vicinanza alla festa dei fratelli islamici.
Per il terzo
anno in collaborazione col cappellano, con rappresentanti di fede
ortodossa, protestanti e evangelici, mediatrici culturali di fede
islamica, abbiamo promosso, anche in carcere, la Giornata del dialogo
cristiano-islamico.
Gli incontri
di preghiera si sono svolti in due giorni, perché, per le
caratteristiche del carcere, (problemi di sicurezza, divieti di
incontri ecc.) abbiamo organizzato sei momenti che hanno coinvolto
un gran numero di persone, appartenenti anche ad altre esperienze di
fede.
Non è certo
possibile sintetizzare in poche righe , le emozioni dei diversi
incontri, realizzati nelle sezioni o nei singoli bracci, ma
certamente in quei momenti, abbiamo anche noi sentito “il soffio di
Dio, nell’alito del vento”
Ci è
rimasto nell’animo il silenzio del raccoglimento, abitato dal
richiamo alla preghiera del musulmano, che in tunica bianca, rivolto
verso oriente, ha fatto vibrare nell’aria le note del suo canto.
Note raccolte da fedeli di altri bracci , da volti invisibili, che,
da dietro le sbarre, hanno risposto al richiamo.
E nello
stesso raccoglimento è risuonato il Salmo di Davide scelto dalle
componenti cristiane (cattolica, ortodossa ed evangelica ) per
celebrare il tema proposto dai promotori della giornata del dialogo
“Amare la terra e tutti gli esseri viventi“:
Poi la Sura
Apriente e la lettura della Sura LV, lette in arabo dal Corano e
condivise poi in italiano. E a seguire una preghiera letta da una
buddhista e il cantico delle creature condiviso da tutti.
Non sono
mancate le commosse preghiere spontanee di volontari e detenuti e la
recita del Padre nostro nelle lingue delle persone presenti. Infine
l’invito ad essere costruttori di pace di giustizia formulato per
la prima volta il 27 ottobre 196 ad Assisi, dai rappresentanti di
tutte le religioni.
E perché,
nel cuore di ognuno, restasse il gioioso ricordo della comune
preghiera abbiamo concluso donando ad ogni partecipante la poesia di
Nazim Hikmet “Non vivere su questa terra“ per prenderci cura
della terra, ma soprattutto dell’uomo.
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