lunedì 10 dicembre 2012


>> L’esperienza interreligiosa di Alberto e Marialuisa Milani 
volontari A. Vo .C  (Comunità di base di Bologna) <<

(5^ puntata)




Sono ormai dieci anni che abbiamo scelto di dedicare una parte significativa del nostro tempo, alle persone ristrette in carcere, in qualità di volontari dell’Associazione A.Vo.C. di Bologna, ma sempre, quando siamo interpellati, sulle attività che promuoviamo, dobbiamo affrontare la difficoltà di selezionare le cose da dire, tra le molteplici emozioni che abitano la nostra mente e il nostro cuore.
Ogni incontro in carcere è sempre segnato dalla sofferenza di verificare lo stato di disumanità nel quale vivono le persone, a causa del sovraffollamento, della mancanza di operatori, del nulla e del disimpegno in cui i detenuti sono costretti a vivere.
Con tutti i volontari poi condividiamo il disagio di poter incontrare un numero talmente esiguo di persone, rispetto alla totalità delle presenze, che pur non impedendoci di continuare il nostro impegno, ci obbliga a rendere nota questa realtà.
A Bologna ci sono attualmente 1184 persone appartenenti a paesi, etnie, religioni diverse e anche questo ci ha profondamente interrogati. Nella nostra Associazione, attiva in carcere da oltre 30 anni, le prime attività, che sono state proposte sono stati


I gruppi della lettura del Vangelo” che ancora continuano i loro incontri, aprendo la partecipazione a tutti (i gruppi sono frequentati regolarmente anche da persone di altra fede)
Noi, pur avendo sempre scelto, nell’arco della nostra vita, “la fiaccola della parola del Signore per illuminare i nostri passi” abbiamo deciso di andare in carcere laicamente sollecitati da “ ..ho gridato e Allah, che ha sentito le mie grida, vi ha mandato…” come ci ha scritto Mazuz, e abbiamo dato vita ad un programma di Cineforum, che svolgiamo, con un gruppo di uomini e separatamente. con un gruppo di donne.
Fin dai primi incontri ci siamo resi conto, che ai nostri cine-forum, c’era sempre un’ alta presenza di islamici (su 1184 detenuti, 600 sono di fede islamica) quindi abbiamo sentito l’esigenza di tenerne conto, anche nella programmazione dei film e nelle diverse ricorrenze dell’anno (Ramadam, Natale ecc )
Abbiamo così dedicato gli appuntamenti, prossimi alla fine del Ramadam, ad una ricognizione dei pilastri della fede Islamica, e parimenti alla centralità dell’annuncio del Vangelo in occasione del Natale, con successive proiezioni di film che toccavano le tematiche (“Ibraim e i fiori del Corano”, “Viaggio a Kandahar”,” I cento chiodi” ecc).
Sono state e sono esperienze veramente toccanti, capaci di far sentire ad ogni soggetto la gioia di appartenere, con pari dignità, alla propria fede e soprattutto volte al riconoscimento che, tutti apparteniamo alla grande famiglia umana, che rivolge la propria invocazione all’unico Dio. Esperienze concrete, volte a suscitare l’impegno di ciascuno, nei confronti del fratello in difficoltà, nel “qui ed ora” durissimo, del carcere, dove ha un senso cercare Dio, nello sguardo del fratello, nella sofferenza di chi sta condividendo quotidianità di solitudine, di abbondano, di estremo disagio.
E il nostro piccolo impegno ha “contaminato” positivamente molti, promuovendo sensibilità prima decisamente assenti tra i così detti “buoni”.
Quest’anno l’ A.Vo.C. ha donato a tutti coloro che avevano partecipato al Ramadam, un sacchetto di dolci,unito agli auguri, per esprimere vicinanza alla festa dei fratelli islamici.
Per il terzo anno in collaborazione col cappellano, con rappresentanti di fede ortodossa, protestanti e evangelici, mediatrici culturali di fede islamica, abbiamo promosso, anche in carcere, la Giornata del dialogo cristiano-islamico.
Gli incontri di preghiera si sono svolti in due giorni, perché, per le caratteristiche del carcere, (problemi di sicurezza, divieti di incontri ecc.) abbiamo organizzato sei momenti che hanno coinvolto un gran numero di persone, appartenenti anche ad altre esperienze di fede.
Non è certo possibile sintetizzare in poche righe , le emozioni dei diversi incontri, realizzati nelle sezioni o nei singoli bracci, ma certamente in quei momenti, abbiamo anche noi sentito “il soffio di Dio, nell’alito del vento”
Ci è rimasto nell’animo il silenzio del raccoglimento, abitato dal richiamo alla preghiera del musulmano, che in tunica bianca, rivolto verso oriente, ha fatto vibrare nell’aria le note del suo canto. Note raccolte da fedeli di altri bracci , da volti invisibili, che, da dietro le sbarre, hanno risposto al richiamo.


E nello stesso raccoglimento è risuonato il Salmo di Davide scelto dalle componenti cristiane (cattolica, ortodossa ed evangelica ) per celebrare il tema proposto dai promotori della giornata del dialogo “Amare la terra e tutti gli esseri viventi“:
Poi la Sura Apriente e la lettura della Sura LV, lette in arabo dal Corano e condivise poi in italiano. E a seguire una preghiera letta da una buddhista e il cantico delle creature condiviso da tutti.
Non sono mancate le commosse preghiere spontanee di volontari e detenuti e la recita del Padre nostro nelle lingue delle persone presenti. Infine l’invito ad essere costruttori di pace di giustizia formulato per la prima volta il 27 ottobre 196 ad Assisi, dai rappresentanti di tutte le religioni.
E perché, nel cuore di ognuno, restasse il gioioso ricordo della comune preghiera abbiamo concluso donando ad ogni partecipante la poesia di Nazim Hikmet “Non vivere su questa terra“ per prenderci cura della terra, ma soprattutto dell’uomo.

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